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Trading con CFD, i Contratti per Differenza

    Spesso nel trading online si incontra l’acronimo CFD, con il quale si indicano i Contracts For Difference, ossia i contratti per differenza. Di che cosa si tratta? Come suggerisce il nome stesso, con questa espressione si intende indicare dei contratti stipulati tra il broker (ossia la società di intermediazione finanziaria che mette a disposizione i servizi di trading) ed il trader.

     

    Fare Trading con i CFD online

    Tali contratti vengono aperti e chiusi entro un arco di tempo che può variare (abbiamo periodi di breve, medio e lungo termine); il guadagno che deriva da questi strumenti si basa sulla differenza fatta registrare del valore di un asset al momento della chiusura dell’accordo, dove questo valore ricalca il prezzo del sottostante.

    In questo modo, ad esempio, non si avrà la necessità di acquistare delle azioni per poter realizzare dei profitti, ma sarà sufficiente operare “temporaneamente” con i CFD per poter beneficiare di un loro potenziale rialzo sui mercati. É bene ricordare che prima dell’avvento delle piattaforme online, chiunque avesse voluto proporsi nei mercati azionari in qualità di investitore privato avrebbe dovuto operare direttamente e fisicamente nelle Borse, oppure si sarebbe dovuto affidare ai servizi a pagamento di un intermediario.

    Inoltre, avrebbe dovuto affrontare le varie spese amministrative e burocratiche. Si capisce quindi facilmente come le piattaforme di trading e i CFD abbiano sancito una vera e propria rivoluzione nelle contrattazioni azionarie, abbattendo i costi relativi alle procedure, diminuendo i tempi di negoziazione ed ampliando l’accesso ai mercati ad un vastissimo numero di operatori. Con i contratti per differenza non sarà più necessario possedere i titoli di un asset, ma sarà sufficiente investire sui futures di un bene per beneficiare degli andamenti azionari positivi.

    Associato ai CFD è anche lo strumento della leva finanziaria. Si tratta di una funzione che permette di moltiplicare la potenziale rendita di un’operazione di compra-vendita di un asset, impiegando degli importi maggiori a quelli effettivamente posseduti nel conto.

     

    Esempio

    Per fare un esempio, con un effetto leva di 50:1 si potranno impiegare 100 euro in un asset, e il valore del nostro importo potrà lievitare di 50 volte, ottenendo l’equivalente di 5000 euro. Così, se il prezzo di un’azione è 10 euro, con l’esempio citato di una leva a 50:1 potremo acquisire 500 CDF del titolo, invece di 10, ottenendo un margine di guadagno proporzionalmente superiore.

    Se da un parte questa funzionalità può sembrare allettante e remunerativa (e infatti, se ben gestita, può far guadagnare importi interessanti), dall’altra occorre prestare molta attenzione agli effetti indesiderati che si celano dietro questo strumento: così come i profitti, anche le perdite possono essere moltiplicate, fatto che richiede l’integrazione del deposito iniziale.

     

    Opinioni

    A volte sarà lo stesso broker ad interrompere la negoziazione con i CFD e la leva ad essi associati, in modo tale da limitare il passivo e non incorrere nel rapido prosciugamento dell’intero deposito. In virtù di queste caratteristiche, si consiglia quindi di fare uso di questo strumento con oculatezza e cognizione di causa, in quanto un suo utilizzo in modo avventato e sconsiderato può avere delle spiacevoli ripercussioni sul bilancio di trading.

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