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Monopolio e Concorrenza Monopolistica

    Cos’è il Monopolio e come funziona?

    Questa forma di mercato è caratterizzata dal fatto che una sola impresa concentra in sé tutta l’offerta e, conseguentemente, controlla il mercato; inoltre non esiste libertà di entrata nel mercato per altre imprese.

    Evidentemente il potere dell’impresa in monopolio risulta estremamente elevato: il monopolista può influire sul prezzo delle merci che produce avendo come controparte la domanda di tutti i consumatori del mercato.

    Il monopolio può derivare da un fatto naturale: il proprietario di una sorgente di acqua minerale aventi particolari proprietà curative ne diviene naturalmente l’unico venditore: si parla allora di monopolio naturale.

    Si parla poi di monopolio legale quando tale situazione è determinata appunto per legge: come avviene in Italia con le sigarette e tutti i prodotti del tabacco che sono monopolio statale.

    Il monopolio legale è generalmente un monopolio pubblico, e può avere un fine fiscale, cioè essere costituito allo scopo di far conseguire un’entrata allo Stato (questo è proprio il caso del tabacco); ovvero può avere un fine sociale. In questo caso l’ente pubblico fornisce alla collettività dei beni o servizi pubblici (ferrovie, poste, ecc.) in regime di monopolio, allo scopo di renderli accessibili a tutti, ad un prezzo più basso di quello che praticherebbe un imprenditore privato, ed a volte anche di evitare che si costituisca un monopolio privato.

    Situazioni di tipo monopolistico possono inoltre avere origine da accordi fra imprese, da processi di fusione, di concentrazione di capitali, di assorbimento di imprese piccole da parte di quelle maggiori: situazioni oggi estremamente diffuse per cui si para di capitalismo monopolistico.

    Il monopolista agisce sul mercato senza doversi preoccupare di potenziali concorrenti; infatti è assolutamente impossibile, in questa forma di mercato, l’ingresso nel mercato di nuove imprese.

    La sua controparte è esclusivamente la domanda globale che di conseguenza limita la fascia di prezzi a cui gli è possibile vendere le varie quantità; ma il monopolista in quest’ambito è arbitro assoluto dello scambio, in quanto può determinare, secondo la propria convenienza, o il prezzo da praticare effettivamente o la quantità da vendere.

    Il complesso dei consumatori (la domanda) adatterà il proprio comportamento a questa scelta del monopolista, il quale se vuole aumentare le quantità vendute deve abbassare i prezzi, mentre rialzandoli deve aspettarsi una riduzione di vendite, in base appunto all’andamento della domanda.

    La caratteristica del monopolio è, comunque, l’assenza di quel meccanismo che è stato illustrato per la concorrenza perfetta, in cui l’entrata di nuove imprese conduce il profitto al livello normale. Così in monopolio l’imprenditore potrà, anche in lungo periodo, continuare a fodere di extra-profitti: egli non subisce la concorrenza di altre imprese e può quindi fissare il prezzo ad un livello più alto di quello che si formerebbe sul mercato in regime di concorrenza.

    Più volte la teoria economica ha sottolineato i vantaggi, dal punto di vista dei consumatori, della forma di mercato concorrenziale su quella monopolistica. La prima garantisce infatti che lo scambio avvenga a prezzi più bassi e che l’equilibrio si realizzi in corrispondenza di una quantità scambiata maggiore.

    Il monopolista esercita tanto più potere sul mercato in cui opera quanto più può vendere a prezzi elevati senza che la quantità gli si riduca di molto. Tale potere si dice anche grado di monopolio.

     

    Concorrenza Monopolistica

    Come già detto, il monopolio è una forma di mercato particolare; è realizzata per un prodotto che deve avere delle caratteristiche tali da non avere succedanei. I beni succedanei sono quei beni che sostituiscono in parte o del tutto un altro bene.

    Ad esempio, lo zucchero può essere sostituito dal dolcificante che è un bene succedaneo del bene zucchero. Un bene, invece, che non ha succedanei è il tabacco. Per questo bene, infatti, nel nostro Paese esiste il monopolio.

    Il monopolista è lo Stato che lavora e commercio questo prodotto e ne fissa anche il prezzo di mercato. Il produttore è uno mentre i consumatori sono tantissimi: tutti i fumatori.

    Questo tipo di mercato consente al produttore di fissare il prezzo del bene ma non la quantità da produrre in quanto la stessa è determinata dal gusto e soprattutto dal reddito dei consumatori; se lo Stato portasse il prezzo delle sigarette ad un livello elevato (ad esempio € 10 al pacchetto) sicuramente si verificherebbe una drastica diminuzione della domanda.

    Il monopolio, come abbiamo già visto, è una forma di mercato relativa ad un tipo particolare di bene e, quindi, compresente con altre forme di mercato quali la libera concorrenza e la concorrenza monopolistica.

    La concorrenza monopolistica è un’altra forma di mercato ed è molto diffusa. Questa forma di mercato è definita anche come concorrenza imperfetta.

    I suoi caratteri fondamentali sono elevata presenza di venditori e di compratori, libertà di accesso al mercato (per i venditori) ma soprattutto la diversità del prodotto.

    Su quest’ultimo carattere dobbiamo soffermarci per meglio cogliere la differenza tra questa forma e le altre. Per diversità del prodotto si intende che, soprattutto tra i beni, esistono piccole diversità anche quando questi sono sostanzialmente uguali.

    Ad esempio se consideriamo molti prodotti di uso corrente come quelli in scatola, alcuni tipi di bevande, molti tipi di merendine, i detersivi possiamo verificare che tra gli stessi non ci sono grosse differenze, anzi queste sono minime e nel contempo sono esaltate dalla pubblicità fatta dai produttori. I prodotti, pertanto, sono considerati, non omogenei anche se simili. Per gli stessi, ed è questa un’altra caratteristica di questa forma di mercato, i produttori sono molti ma anche di grandi dimensioni.

    Per questi caratteri la forma di mercato della concorrenza imperfetta è la più diffusa e commercializza molti beni di largo consumo che per questa loro caratteristica consentono ai produttori di poter aumentare i prezzi dei loro beni senza il pericolo di uscire dal mercato.