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I costi delle operazioni con i CFD

    Trading con i CFD

    I costi delle operazioni con i CFD

    Fino a qualche decina di anni fa, in assenza delle reti internet capaci di mettere in contatto milioni di persone in tempo reale, chi avesse voluto investire dei capitali nel mercato azionario si sarebbe dovuto affidare ai classici agenti intermediari, società o professionisti che agivano da mediatori tra l’investitore ed il mercato azionario.

    I tempi ed i costi associati a questo tipo di procedura erano piuttosto elevati, se confrontati con le spese e la rapidità di azione garantita dai broker online attuali. Con questi infatti il trader diventa direttamente protagonista delle sue operazioni, e la piattaforma si limita ad offrire le funzionalità necessarie per operare in tempo reale nei vari mercati internazionali. Ovviamente è essenziale che il broker sia onesto, e questo può essere garantito dal possesso di speciali licenze ed autorizzazioni che ne dimostrano l’affidabilità.

    In cambio dell’interfaccia di trading e dell’erogazione di ulteriori servizi (l’effettuazione degli ordini, i costi di gestione del conto, l’assistenza agli utenti) il broker richiede al cliente una retribuzione sotto forma di commissioni o spread. Nel caso di trading con i CFD, parliamo generalmente di spese di commissione, ossia delle trattenute sulle operazioni effettuate dal trader, il cui ammontare è di solito limitato ad una piccola percentuale (equivalente ad una frazione decimale) dell’importo investito in ogni transazione. A questo va associato anche il costo delle operazioni “overnight”, ossia gli ordini che rimangono aperti anche durante la notte.

    Illustriamo qui i potenziali costi di un’operazione con i CFD con il trading online.

    Immaginiamo di vole operare sull’asset azionario della Coca Cola. Un’azione della bibita americana è quotata al momento 20 $. Utilizzando l’effetto leva di 10:1 (che ci permette di mobilitare un capitale 10 volte maggiore da quello realmente impiegato), investiremo 200 $ nelle azioni di Coca Cola, aprendo quindi 10 CFD. In realtà, grazie alla leva, ci viene richiesto di depositare un margine di soli 20 $ e di pagare dei costi di commissione pari a 0,1 % dell’importo investito, quindi 2 $.

    Ipotizziamo che il valore delle azioni sia salito durante la notte e si attesti ora a 25 $. Rivendiamo quindi i 10 CFD al prezzo di 250 $, ottenendo un profitto di 50 $. Anche in questo caso, dovremmo coprire i costi di chiusura (0,1%, pari a 2 $ e la tariffa “overnight”, diciamo 4 $).

    Quanto avremo ricavato in conclusione?

    250 $ (prezzo al momento della vendita) – 200 $ (prezzo all’acquisto) – 8 $ (varie spese di commissione) = 42 $.

    Con un importo di 20 $ avremo ricavato 42 $.

     

    Quanto ci sarebbe costata la stessa operazione, se ci fossimo affidati ad un agente intermediario tradizionale?   Anzitutto, occorre dire che non avremo potuto usufruire dell’effetto leva, quindi se avessimo voluto godere delle stesse prospettive di guadagno, avremmo dovuto investire 200 $ invece che 20 $. Se da una parte questa importo ci avrebbe garantito dei buoni profitti, dall’altra avremmo corso maggiori rischi in caso di andamento negativo dei mercati. Inoltre, avremmo dovuto coprire diversi costi amministrativi (che con il trading online non sono previsti) e le commissioni per l’agente, sicuramente più alte rispetto a quelle richieste da un broker su internet. L’unica fonte di risparmio sarebbe stato una spesa limitata sulla tariffa “overnight” in caso di investimenti sul lungo termine, generalmente più ridotte con un agente tradizionale (e infatti le operazioni di trading online si rivelano più convenienti nel breve termine).

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